Episodio in sintesi
Titolo: L’Italia meloniana, trionfa in cucina e perde in Europa
Podcast: Circo Massimo - Lo spettacolo della politica
Host: Massimo Giannini
Data: 10 dicembre 2025
Tema principale
L’episodio riflette, con la consueta ironia pungente di Giannini, sul contrasto tra l’orgoglio nazionale per il riconoscimento UNESCO della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità e le molteplici difficoltà politiche, economiche e sociali che il Paese sta affrontando. Il trionfo in cucina, celebrato come un successo del governo Meloni, contrasta con un “perdere in Europa” più silenzioso e problematico.
Punti Chiave e Approfondimenti
1. Il riconoscimento UNESCO alla cucina italiana
[02:21–03:53]
- Giorgia Meloni annuncia con orgoglio che la cucina italiana è riconosciuta patrimonio mondiale UNESCO, un primato mai ottenuto da altre cucine nazionali (nemmeno quella francese, indiana o giapponese).
“Oggi l'UNESCO ha riconosciuto la cucina italiana patrimonio dell'umanità. Siamo i primi al mondo…non è solo cibo, non è solo un insieme di ricette, è molto di più. È cultura, tradizione, lavoro, ricchezza.”
— Giorgia Meloni (02:28) - Meloni sottolinea il valore economico ed identitario della cucina, l’importanza della tradizione e la ricaduta sul “Sistema Italia”: dagli esportatori ai cuochi e ristoratori.
- Ringraziamento ai ministri coinvolti (Lollobrigida e Giuli) e a tutto il popolo italiano e ai connazionali all’estero.
- Il riconoscimento, nelle parole della premier, appare come un’occasione di rilancio del made in Italy nel mondo e un baluardo contro l’imitazione e la concorrenza sleale.
2. Orgoglio nazionale e patriottismo gastronomico
[03:53–04:56]
- Giannini ironizza sul tono epico della comunicazione governativa: il riconoscimento viene subito letto in chiave patriottica, sottolineando come la Meloni sfrutti ogni pretesto per rafforzare la narrazione del primato italiano.
“Una chiave di lettura tipicamente patriottica, anche per quel che riguarda la cucina.”
— Massimo Giannini (04:27) - Si sottolinea che, pur essendo una novità per una cucina nazionale, altri riconoscimenti erano già stati concessi a singole specialità (banchan coreano, borscht ucraino, dieta mediterranea, pizzaioli napoletani, tartufo, viticoltura di Pantelleria, ecc.).
- Nonostante ciò, Giannini riconosce l’importanza del traguardo e l’eccellenza italiana.
3. Il rovescio della medaglia: difficoltà politiche ed economiche
[05:00–08:00]
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Giannini allarga lo sguardo al quadro internazionale ed europeo, sottolineando l’assenza dell’Italia nei tavoli che contano: a differenza di Francia, Germania e Gran Bretagna, Meloni non è tra i leader che negoziano per il cessate il fuoco in Ucraina.
“Noi non ci siamo al vertice dei volenterosi, dove Starmer, Macron e Merz negoziano…Noi assistiamo da spettatori...”
— Massimo Giannini (05:40) -
L’Italia appare spettatrice marginale anche nei processi di innovazione tecnologica globale e nelle dinamiche dei grandi business.
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Il focus interno si concentra su alcuni dati allarmanti:
- Calo del potere d’acquisto dei salari italiani (-9% rispetto ad altri paesi europei).
- Intervento di Mattarella sull’urgenza di sostenere i redditi.
- Aumento della pressione fiscale e introduzione di nuove imposte controverse.
- Crescita allarmante degli italiani in povertà assoluta (6 milioni), spesso impossibilitati anche ad accedere alle cure pubbliche.
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Giannini si chiede se i “veri” trionfi italiani non dovrebbero essere su altri fronti, come lotta all’inflazione, agli aumenti del carrello della spesa o all’evasione fiscale.
“Mentre si brinda alla cucina italiana patrimonio immateriale dell’UNESCO, tanti altri primati negativi meriterebbero tutt’altra attenzione... Preferiremmo sconfiggere la malapianta dell’inflazione.”
— Massimo Giannini (07:00)
4. Il paradosso dell’identità nazionale: tra primati veri e presunti
[08:00–09:30]
- Ironia sulla narrazione governativa, che celebra questo nuovo “primato” come nuova medaglia per Giorgia Meloni e lo aggiunge alla “triade sacra” di Dio, Patria, Famiglia…e oggi anche Cucina.
“Dio, Patria, Famiglia e Cucina.”
— Massimo Giannini (09:30) - Allusione tagliente al modo in cui i media filo-governativi (soprannominati “Telemeloni”) amplificano il successo culturale, mentre la realtà nazionale resta complicata.
- Conclude augurando un brindisi agli chef stellati e alle osterie popolari che rendono grande la cucina italiana, ma non nasconde amarezza e desiderio di vedere l’Italia protagonista anche in settori più determinanti.
Citazioni Memorabili
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Giorgia Meloni:
“È un primato che non può che inorgoglirci, che ci consegna uno strumento formidabile per valorizzare ancora di più i nostri prodotti...” (02:50)
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Massimo Giannini:
“Lì sì che ci sarebbe da brindare a spumante e non a champagne. E ci piacerebbe molto che l’Italia fosse e tornasse protagonista in politica estera e non risultasse solo sovranista in cucina.” (08:30)
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Massimo Giannini:
“Un'altra medaglia in petto per Giorgia, un altro valore da aggiungere alla sacra Triade della Nazione. Dio, Patria, Famiglia e Cucina.” (09:30)
Timestamps dei Segmenti Principali
- [02:21–03:53] – Annuncio di Meloni e celebrazione ufficiale del riconoscimento UNESCO.
- [03:53–04:56] – Analisi ironica sul patriottismo della cucina e gli altri riconoscimenti UNESCO.
- [05:00–08:00] – Analisi sulle difficoltà italiane: assenza nel contesto internazionale, crisi dei salari, crescita della povertà.
- [08:00–09:30] – Conclusioni sarcastiche e riflessioni sullo storytelling nazionale.
Tone e Linguaggio
Lo stile dell’episodio è un misto di ironia, amarezza e preoccupazione, con Giannini che alterna sarcasmo e dati concreti per smascherare le retoriche trionfalistiche e puntare i riflettori sulle reali sfide del Paese. L’italiano è ricco, vivido, con riferimenti colti e una certa vena caustica verso il governo Meloni.
In Sintesi
L’episodio offre un affresco pungente dei paradossi dell’Italia meloniana: protagonista simbolica sulle tavole del mondo, ma sempre più spettatrice nei grandi tornanti della storia europea e mondiale. Un invito, tra il serio e il faceto, a non confondere i successi gastronomici con quelli politici e sociali.
