Circo Massimo – Lo spettacolo della politica
Episode: Meloni getta la maschera e inizia la marcia sul Colle
Host: Massimo Giannini
Date: November 20, 2025
Episodio in breve
In questo episodio Massimo Giannini analizza il recente scontro istituzionale tra Palazzo Chigi e il Quirinale, innescato da un articolo controverso pubblicato da La Verità, e suggerisce che Giorgia Meloni stia già lavorando per spianare la strada a una sua futura ascesa alla Presidenza della Repubblica. Giannini espone i retroscena dello scontro, la strategia comunicativa di Fratelli d’Italia e il rischio di una crisi tra poteri dello Stato, presentando il tutto con toni critici e ironici.
Punti chiave e analisi
1. Il sogno del Quirinale: Da Berlusconi a Meloni
- Giannini apre sottolineando come il desiderio di salire al Quirinale abbia accomunato Silvio Berlusconi e ora Giorgia Meloni:
- “Quel sogno si chiamava Quirinale e oggi, passati molti anni dall'uscita di scena del Cavaliere, la sua degna erede, Giorgia Meloni, culla gli stessi sogni di grandezza, salire sul colle più alto...” (00:02)
- Ricorda il percorso di Meloni da outsider a leader della destra e ora aspirante a “coronamento di carriera”.
2. Lo scontro istituzionale: La cronaca dei fatti
- L’episodio nasce da un articolo pubblicato su La Verità (diretta da Maurizio Belpietro), rilanciato da Galeazzo Bignami (capogruppo di FdI), che attribuisce frasi scottanti al consigliere del Quirinale, Francesco Saverio Garofani.
- Riferimento all'incontro chiarificatore tra Meloni e Mattarella: “Giorgia Meloni è salita al colle per un chiarimento con Sergio Mattarella... durata 20 minuti, non di più... dal Quirinale nulla trapela.” (01:13)
- In assenza di smentite dalle istituzioni, Meloni e il suo partito diffondono una nota che formalmente chiude la polemica, ma di fatto insiste nel rilanciarla.
- “Invece di fare pace, oppure per fare pace, prepara la guerra.” (01:13)
- Bignami aveva chiesto le dimissioni di Garofani “in assenza di una smentita” e il Quirinale aveva reagito con un comunicato molto duro parlando di “ricostruzioni ridicole”.
3. Il retroscena della fake news e la guerra mediatica
- Giannini svela come la notizia sia partita da una mail anonima (“Mario Rossi”) inviata a diverse redazioni giornalistiche vicine al governo, ma solo La Verità abbia deciso di pubblicarla come veritiera.
- “Il contenuto di quel retroscena... era stato trasmesso a diversi giornali dell'area della destra di governo attraverso una mail firmata da un sconosciuto Mario Rossi.” (05:08)
- Nessuna fonte attendibile, nessun audio, solo una velina strumentalizzata da una testata. Gli altri giornali della destra l’ignorano.
- Coincidenza con un discorso di Mattarella che aveva richiamato il governo sulla linea di sostegno all’Ucraina, segno secondo Giannini di una volontà di sabotare l’immagine del Quirinale.
4. La chiusura (apparente) e i veri obiettivi
- Dopo giorni di polemica, il caso viene chiuso ufficialmente da Bignami e Malan (FdI) con un comunicato che prova a archiviare la questione. Ma Giannini sottolinea come il vero scopo fosse colpire il Quirinale e, più a lungo termine, delegittimarlo.
- “Con tutta evidenza hanno teso una trappola, oppure sono caduti in una trappola, ma l'obiettivo era uno solo, colpire il Quirinale.” (10:55)
- Non ci saranno dimissioni, afferma l’editorialista: né da parte di Belpietro né di Bignami.
- Il giudizio finale sull’episodio è durissimo:
- “L'unica cosa che resta... è la spallata che il partito di maggioranza relativa dà al Presidente della Repubblica.” (11:17)
- Meloni emerge come la vera pretendente al Colle, che punta a delegittimare ora per ottenere il ruolo in futuro, come parte di una strategia più ampia di conquista delle “istituzioni di garanzia”.
Momenti memorabili e citazioni
- Sul sogno del Quirinale:
- “Pensate che coronamento di carriera per l'underdog che cominciò come umile, sconosciuta militante... e ora... scendere al sacro soglio della Repubblica italiana.” (00:13)
- Sul rapporto tra Meloni e la stampa amica:
- “Meloni non può sconfessare l'operato di un giornale suo amico, e suo amico è dire poco. Possiamo dire suo complice, forse sarebbe più giusto.” (02:40)
- Sulla costruzione e amplificazione della fake news:
- “Adesso un giorno e mezzo dopo scopriamo che l'audio non c'è e scopriamo che quelle dichiarazioni sono contenute in una mail mandata a diversi giornali... da questo ignoto Mario Rossi...” (08:12)
- Sull’assenza di vere conseguenze:
- “Ora chi si dovrebbe dimettere forse è Belpietro da una parte e Bignami dall'altra, ma nessuno si dimetterà.” (11:08)
- Sulla strategia di Meloni:
- “È Giorgia Meloni che vuole sostituire Mattarella sul colle più alto. Non ora, non domattina, ma sicuramente quando Mattarella ultimerà il suo settennato.” (11:23)
- “Per preparare il terreno c'è da delegittimarlo, come si sta facendo con tutti gli altri organi di garanzia.” (11:32)
- Chiusura amara e critica:
- “Così in nome di una vendetta personale e di una rivincita politica e ideologica la leader della destra ex post Missina si prepara ad espugnare il palazzo dei Papi e dei Re dopo averlo bombardato.” (11:47)
Timestamps delle sezioni chiave
- 00:02 – 01:08: Il sogno del Quirinale, da Berlusconi a Meloni
- 01:13 – 04:30: L’incidente diplomatico e le mosse di Meloni e Fratelli d’Italia
- 05:08 – 09:16: La costruzione della fake news, email anonime e la gestione dei media
- 09:16 – 11:17: Le reazioni delle istituzioni, la (non) chiusura del caso e la strategia di delegittimazione
- 11:17 – 11:53: Conclusioni sulla crisi istituzionale e vera posta in gioco
In sintesi
Massimo Giannini offre un’analisi graffiante e dettagliata del caso politico-mediatico tra Palazzo Chigi e Quirinale, denunciando come Giorgia Meloni stia cercando di delegittimare le istituzioni di garanzia, inclusa la Presidenza della Repubblica, in vista di una propria ascesa futura. Il linguaggio, i riferimenti ironici e la ricostruzione dei fatti rendono evidente la gravità e la strategia politica dietro un episodio che, secondo l’autore, ha solo formalmente chiuso una ferita che resterà aperta fino al prossimo cambio di Presidente.
